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Grechetto

Grechetto: storia e caratteristiche di questo vitigno. Che tipo di vino produce?

Il Grechetto è il vitigno bianco autoctono dell'Umbria. Ecco qualche notizia sull'origine, sulla storia e sulle caratteristiche di questo vino umbro.

Come ci suggerisce il nome, Grechetto è un vitigno che probabilmente ha origine dalla Grecia o dal Mediterraneo in generale, ma che attualmente rappresenta l'Umbria ed è diffuso proprio in questa regione, cuore verde d'Italia. Le origini e la storia di questo vitigno ci possono dare alcune informazioni anche sulle sue caratteristiche.

Il vitigno a bacca bianca più rappresentativo dell'Umbria è sicuramente il Grechetto, una varietà che si presta bene per vini bianchi strutturati con grande personalità.

 

La patina di antichità che questo vitigno presenta la dimostra il fatto che già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia  lo menziona come pecularis umbro, cioè tipico umbro, in particolare di Todi, una cittadina medievale nella provincia di Perugia.  Il nome stesso della varietà suggerisce un'origine greca, proprio come altri vitigni che hanno un nome simile, ma che comunque hanno caratteristiche ampelografiche diverse, come il Greco, il Grecanico, il Greco Bianco o il Grechetto Gentile, o altri. Probabilmente questi vitigni sono stati importati dalla Grecia da parte dei coloni che fondarono le prime colonie in Magna Grecia dall' VIII secolo a.C. e anche le barbatelle di Grechetto erano fra i prodotti greci che si diffusero nell'entroterra della penisola italica fino ad arrivare in Umbria. 

La famiglia dei Grechetti diffusa oggi in Umbria si compone di due vitigni, quali il Grechetto di Orvieto (clone G109) e il Grechetto di Todi (clone G5). Un esempio di Grechetto di Orvieto è  quello che viene coltivato in agricoltura biologica nelle vigne della Cantina Berioli da cui si produce Toppobianco IGT Umbria e Vercanto DOC Colli del Trasimeno, mentre il Grechetto di Todi è conosciuto anche come Grechetto Gentile. Questi cloni presentano molte analogie, ma bisogna comunque sottolineare la loro diversità genetica; in particolare per il Grechetto di Todi  è accertata un'analogia con il Pignoletto e la Ribolla Riminese. Il Grechetto orvietano, invece, presenta anche dei curiosi soprannomi, come Pulce, Pulcinculo bianco, Pizzinculo, Occhietto o anche Strozzavolpe. Come vitigno autoctono umbro, il Grechetto, di entrambe le varietà,  compare in tutti i disciplinari di produzione dei vini bianchi secchi della regione e può essere utilizzato in assemblaggio con altri vitigni, ad esempio con il Trebbiano o con lo Chardonnay, ma è capace di dare ottimi vini strutturati anche se prodotto in purezza; non di meno questo vitigno è usato per la produzione di molti vin santi umbri. 

Parlando delle caratteristiche fisiche del clone G109, base di due vini bianchi della Cantina berioli, si può osservare che la pianta ha foglia media e forma allungata e pentagonale, con una pagina superiore bollosa o rugosa, di colore verde intenso. Il grappolo del Grechetto è di dimensioni medie, di lunghezza medio-corta e di forma piramidale o cilindrica, semicompatto e talvolta dotato di due piccole ali. Gli acini sono di grandezza media, ovali e con buccia sottile, di colore giallo e molto pruinosi. La pianta di Grechetto trova ambiente ideale in terreni sabbiosi e argillosi, come i Colli del Trasimeno, e non ha bisogno di una particolare esposizione al sole, in quanto dotato e caratterizzato da un buon livello di acidità. Siccome il grappolo non risulta troppo compatto e gli acini, viceversa, sono abbastanza consistenti, questo clone risulta poco sensibile ai marciumi fungini, motivo per cui spesso è considerato adatto alle vendemmie tardive o agli appassimenti, come nel caso del vin santo Sperello Doc colli del Trasimeno della Cantina Berioli. 

Grazie a studi agronomici ed enologi all'avanguardia, questo vitigno è riuscito a raggiungere un discreto successo e una sua tipicità: insieme ad altri vitigni autoctoni a bacca bianca, a partire dagli anni ’70 e per quasi un ventennio, l'”Orvieto” divenne uno dei vini bianchi più richiesti al mondo facendo dell’Umbria una regione bianchista. Oggi, invece, a partire dagli anni '90, l'Umbria, a seguito della fama legata al vitigno Sagrantino, è prevalentemente conosciuta per i vini rossi, ma, nonostante il calo di attenzione destinato ai vitigni a bacca bianca, come il Grechetto, si può senz'altro riconoscere la qualità dei vini provenienti da questa varietà di uva.

Da uve Grechetto, infatti, si ottengono vini tendenzialmente giallo paglierino dai riflessi verdognoli, che arrivano a tonalità di giallo dorato intenso nel caso in cui i vini si facciano maturare in barriques, botti che contengono 250 litri, o tonneaux, botti con una capienza di 500 litri (usate per il Vercanto Doc Cantina Berioli); si hanno simili tonalità intense anche se i vini da uve Grechetto subiscono un processo di affinamento in  bottiglia per alcuni anni. All'esame olfattivo spiccano solitamente aromi di frutta a polpa bianca, come pera o mela, ma talvolta anche frutta tropicale, come ananas, pompelmo, ma soprattutto lici e non mancano note agrumate, che evocano la freschezza di questo vino. Le note floreali ricordano biancospino e ginestra, fino a richiamare profumi di fiori di campo nei casi in cui il vino sia maturato in particolari botti di legno o con particolari metodi, come ad esempio il batonnage, un tempo usato anche per il Grechetto della Cantina Berioli. Il batonnage  è una tecnica che consiste nel rimescolare le fecce fini o nobili alla massa del vino con lo scopo di conferire aromi, profumi e sapori più intensi ai vini.  Grazie ad una bassa produzione unitaria in vigna, il tenore alcolico dei vini provenienti da uve Grechetto risulta generalmente elevato ed è ben bilanciato con l'elegante acidità. Un passaggio in legno, sia di barriques che di tonneaux, può contribuire a limitare la percezione relativa dell'acidità, conferendo aromi di vaniglia e di tostato; tuttavia, nel Grechetto, le qualità organolettiche del legno non tendono a prevalere sulle caratteristiche aromatiche intrinseche di questo vitigno. Il legno della botte in cui il vino può essere maturato aumenta la morbidezza e la struttura del vino. 

Grazie a queste caratteristiche organolettiche e aromatiche, potenziate da scelte enologiche all'avanguardia, molti vini Grechetto hanno anche una sorprendente capacità di invecchiamento. In sostanza bere Grechetto significa bere l'Umbria, berlo invecchiato aiuta ad assaporarne anche tutta la storia che porta alle spalle!

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